About the author : Emanuela Splendorini

Emanuela Splendorini, professione avvocato. Appassionata di libertà finanziaria al femminile.

Per imparare una cosa nuova si parte sempre dai fondamentali. Anche per calcolare l’area del quadrato, che è la forma geometrica più semplice, occorre partire dalla base e moltiplicarla per l’altezza.
Quindi, se parliamo di investimenti, la prima domanda da porci è: perché investiamo?
Per semplificare al massimo la risposta, potremmo dire: per aumentare il valore del capitale investito.
Quindi l’aumento del valore di ciò che abbiamo è ciò che ci induce ad investire. Siamo spesso portati a ritenere che un concetto studiato per una materia, valga solo per quella. Ma non è così. Spesso siamo portati a pensare che le regole del mondo degli investimenti, siano applicabili solo a quel mondo. Ma non è così.
Prendiamo ad esempio i gioielli, in particolar modo i diamanti. Questi oggetti vengono trattati in modi diverso a seconda che vengano visti come beni personali o come beni rifugio ( così vengono definiti in ambito finanziario). Il bene è lo stesso, ma abbiamo comportamenti diversi e facciamo scelte diverse in base a come li percepiamo.
Ognuna di noi, ha sicuramente dentro al proprio portagioie dei preziosi ( diamanti e non ) che non usa più, per le ragioni più disparate. Quegli oggetti avevano un valore ( materiale ed affettivo) nel momento in cui li abbiamo acquistati o ce li hanno regalati, ma se li abbiamo dimenticati dentro una scatola e non li indossiamo più, vuol dire che una parte importante di quel valore per noi non c’è più (e non è il valore materiale quello al quale mi riferisco). Quindi il rendimento di quell’investimento non solo non è aumentato, ma è addirittura diminuito. Che fare allora ?
In ambito finanziario, quando un prodotto detenuto in portafoglio non ottiene il rendimento sperato, nell’arco temporale previsto e tale trend è destinato a rimanere costante, è consigliabile dismettere quel prodotto.
Stessa cosa dovremmo fare con i nostri preziosi per due ragioni.
La prima è legata al loro effettivo valore economico. Quell’oggetto ha un valore di mercato, quindi rimettiamolo sul mercato, come faremmo con un altro prodotto di investimento, facendolo quotare da professionisti seri e competenti e ridiamo di nuovo valore a quello che non sembra averne più. Ne è un esempio BancoDiamanti,  dove valutano e comprano il tuo diamante.
La seconda ragione, tutta femminile, è legata alla dismissione del ricordo legato a quell’oggetto. Se quel prezioso non lo indossiamo più, parliamoci chiaro, vuol dire che per noi ha perso il suo vero “ valore”. Ho quasi 50 anni e parlo soprattutto alle donne mie coetanee, perché so come spesso ci si sente. Alla nostra età, con un buon pezzo di vita già vissuta, qualche “ sassolino da buttare “c‘è, ed è normale che ci sia, fa parte della vita, che lo vogliamo o no. Lo dico personalmente come donna e lo ribadisco come avvocato, (che di donne e di storie di donne ne ha viste molte). Se di fronte a certe situazioni fossimo meno sentimentali, meno attaccate “ ai ricordi” vivremmo meglio. Dovremmo imparare a liberare il nostro spazio da cose ed oggetti, che non ci interessano più. Senza sensi di colpa e inutili frustrazioni. Tra poco sarà primavera. Il miglior momento dell’anno per fare spazio al nuovo. Togliamo quello che non ci serve più. Nessuno lo farà per noi. Non abbiamo nulla da perdere, solo da guadagnare. Se al posto del gioiello, ci fossero azioni, obbligazioni o quote di fondi comuni di investimento e vedessimo che il loro rendimento è prossimo allo zero e sapessimo con certezza che con il passare del tempo la situazione non cambierebbe, non ci penseremmo un attimo a dismetterli cercando di ottenere il massimo profitto possibile. Warren Buffet dice: “ Se non conosci il tuo gioiello, conosci il tuo gioielliere” e da lui non c’è che da imparare.