Sabato mattina sono mi sono svegliata con la voglia e il bisogno (più la prima che il secondo, ma mi serviva questo ordine per motivarmi senza sensi di colpa) di comprarmi un piumino visto l’arrivo del vero inverno. Entrata nel negozio, provati alcuni piumini e scelto quello che avrei acquistato, il mio occhio è stato attirato da un gruppetto di vestitini da sera. Uno in particolare ha attratto la mia attenzione.
Femminile, chic, doppio colore lilla la gonna con paillettes delicate e un incantevole busto di color beige. Sublime.
L’ ho dovuto provare perché in realtà, l’ acquisto del piumino, nella mia testa, lo avevo inserito sotto la categoria “bisogni”, quindi mi potevo anche conceder il lusso di qualcosa di non strettamente necessario.
Lui era bellissimo e mi stava anche bene. Di pancia ho detto immediatamente:” Sì lo compro !!!”. Poi mi sono ricordata, che un acquisto di quel tipo, lo avrei fatto un tempo, così ho respirato e ho analizzato la situazione e gli elementi in mio possesso con più attenzione.
Sono freddolosa, quindi avendo quel vestito la consistenza di un velo di cipolla, non lo avrei messo per i prossimi mesi. Ho anche pensato, per sostenere la parte di me che si era incaponita nel volerlo acquistare, che arrivando le festività di Natale avrei avuto qualche occasione per indossarlo, ma la parte di me più lucida le ha fatto notare che dove abito io, ovvero nella ridente, verdeggiante e fredda Umbria, dove mi sarei potuta avventurare con quel vestito quasi immateriale senza assiderare? da nessuna parte. Per indossarlo avrei dovuto aspettare prima il disgelo, poi il solstizio di primavera ed infine una buona occasione per indossarlo. Nel frattempo, lui, rinchiuso dentro l’ armadio, avrebbe atteso pazientemente il suo turno allineato, silenzioso e triste insieme ad altri nella sua stessa condizione.
Sono uscita dal negozio felice e soddisfatta, non solo per l’ acquisto “ necessario “ del piumino ma perché ho avuto la forza di dominare le mie emozioni e anche perché ho scoperto che i miei acquisti non necessari, partono quasi sempre da una emozione che non sono stata capace di gestire o da un bisogno che solo apparentemente quell’ acquisto era in grado di soddisfare.
Compreso questo, sono tornata a casa senza nessun senso di colpa per aver fatto l’ acquisto “necessario” e per aver lasciato nel negozio quel vestitino di cui potevo realmente farne a meno, con in più la strana sensazione di avere magicamente a disposizione la somma che avrei speso per acquistare quel magnifico vestito, per me attualmente inutile. Questa comprensione mi ha resa molto, ma molto più felice di possedere quel vestito super chic.