About the author : Emanuela Splendorini

Emanuela Splendorini, professione avvocato. Appassionata di libertà finanziaria al femminile.

Dopo l’articolo dello scorso numero, inizia la rubrica de La Borsa delle Donne,  un angolo tutto al femminile nel quale possiamo confrontarci e condividere quello che ci portiamo dentro riguardo al nostro vero rapporto con il denaro, rendendoci finalmente conto che c’è un minimo comune denominatore che ci accomuna tutte (o quasi) e che atteggiamenti che di noi abbiamo sempre percepito come sbagliati, in realtà sono comuni alla stragrande maggioranza della quota rosa del cielo https://www.the-mag.org/emanuela-splendorini-permettere-e-potere-la-borsa-delle-donne/

Forse abbiamo sempre pensato di essere le uniche ad avere un atteggiamento di questo tipo e ci siano sempre autopunite e autogiudicate “sbagliate”, autorecludendoci nel recinto del “io non ce la farò mai”.

La rubrica ha questo scopo, portare alla luce quello che di disfunzionale ci portiamo dentro riguardo al nostro rapporto con il denaro per poterlo cambiare perché non mi stancherò mai di ripetere che la vera partita si gioca all’interno di noi, quello che accade fuori ne è solo una conseguenza.

Osservare le cose come realmente sono permette di poterle cambiare.
È la base che permette di costruire le altezze.

Quello che accade nelle cose più piccole viene poi replicato ed amplificato nelle cose più grandi.

Quando facevo l’università, durante il periodo di Natale ho lavorato per alcuni anni in una grossa profumeria della mia città.

Quel lavoretto mi ha aperto un mondo sul rapporto che noi donne abbiamo con il denaro, con gli acquisti e con il piacere legato agli stessi.

Lì ha cominciato a pendere forma l’idea che rispetto al rapporto con il denaro vi fosse un fil rouge che (fatte le dovute distinzioni) ci accomuna un po’ tutte, forma che ha continuato a rendersi sempre più solida mano a mano che amiche commesse, hanno confermato i miei dati.

Tanto per intenderci, vi è mai capitato di comprare qualcosa e di nasconderlo rientrando a casa dentro l’ armandio, in modo quasi furtivo e senza mostrare nulla a chi condivide con voi quello spazio per avere paura di reazioni, discussioni o aggressioni verbali concentrate sulla disapprovazione e sul rimprovero?

Ed indossare quel capo o usare successivamente quell’oggetto con il senso di colpa di aver fatto qualcosa di sbagliato o addirittura mentire spudoratamente alla domanda “ma questo è nuovo?” arrampicandovi rumorosamente sugli specchi per trovare una situazione o un contesto temporale passato nel quale collocare l’acquisto che lo giustificasse?

Se qualcuna si è riconosciuta in questo atteggiamento, comprenderà lucidamente in cuor suo, per se stessa, cosa significa che “è la base che costruisce l’altezza”.

Se non modifichiamo quello che portiamo dentro, nulla accadrà mai fuori.

È questo il senso della rubrica e del nostro viaggio insieme, quello di vedere cose che prima non avevamo visto, guardarle nella giusta prospettiva e renderci conto che non siamo le sole e non siamo sole.

L’atteggiamento di cui ho parlato prima che di fatto è solo una risposta emotiva alle informazioni che ci portiamo dentro, è frutto solo dell’educazione e dei principi con i quali siamo cresciute.

Noi donne della mia generazione, ma soprattutto quelle della generazione che l’hanno preceduta, siamo cresciute con l’idea di non meritarci quello che desideriamo, che e’ sempre troppo quello di cui abbiamo bisogno, che dobbiamo sgobbare per avere quello che vogliamo e che tra la richiesta di quello che desideriamo e il momento nel quale lo otteniamo, passa un lasso di tempo così lungo da aver imparato a fare a meno di quel bisogno.

Il modo con il quale reagiamo oggi, è solo la conseguenza di ciò che ci portiamo dentro e che non abbiamo più messo in discussione.

Se la base del nostro rapporto con il denaro è legato al senso di colpa, all’ errore, al giudizio, alla paura del rimprovero, sarà quello sul quale costruiremo altezze che non diventeranno mai tali.

E allora che fare?

Sembra che con queste premesse nulla possa cambiare, ma non è affatto così. In questo caso per cambiare le cose il motto “volere è potere” non funziona, perché nonostante noi (razionalmente) vogliamo, c’è qualcosa che ci dice che è sbagliato e continua ad autosabotarci facendoci rimanere sempre allo stesso punto.

PERMETTERE È POTERE
È il cambio della risposta interiore riguardo a quello che vogliamo che, unitamente all’impegno, alla determinazione e all’azione lo fa realizzare.

Permettere significa guardare lucidamente le cose, per come sono e non come ce le hanno raccontate e noi abbiamo creduto che fossero.

Permettere significa diventare finalmente adulte e prendersi la responsabilità di capire quello che è davvero giusto o sbagliato per noi.

Siamo a dicembre, tempo di bilanci e nuovi propositi.

Spesso capita che dopo lo slancio dell’inizio, l’entusiasmo delle pagine bianche ancora da scrivere, il cuore gonfio di desideri da realizzare, a febbraio (se va bene), tutto si accartoccia di nuovo nel già visto, già provato, sempre lo stesso, non cambia nulla, e tornano gli stessi colori di prima.

Ogni anno capita di darsi gli stessi obbiettivi dell’ anno precedente con la speranza di poterli questa volta raggiungere.

Perché? Eppure eravamo partite bene, volevamo (razionalmente) quello che avevamo scritto…. mancava l’ingrediente segreto: mancava il nostro permesso a realizzare quello che volevamo ecco perché non lo abbiamo realizzato.

Quest’anno The Mag e La Borsa delle Donne, vi propongono di creare la vostra lista dei desideri per il nuovo anno in modo diverso, ci vorrà molto più tempo degli altri anni, ma vi permetterà di raggiungere quello che non avete raggiunto prima.

Ritagliate la pagina a fianco e mettetela in un posto nel quale la possiate sempre vedere e cominciate a pensare ai vostri obbiettivi importanti da realizzare nel 2020 e dopo averli scritti lasciate sedimentare. Iniziate poi a chiedervi rileggendoli se davvero vi permettete di raggiungere quell’obbiettivo.

La nuvoletta accanto rappresenta quei no che vi siete dette fino a questo momento.

Non c’è bisogno di scriverli. Voi sapete che ci sono e voi ora sapete come fare.

Prendetevi il vostro tempo per vederli, prendetevi la vostra responsabilità di capire se davvero vi appartengono.

La vita accade nella misura e nella forma in cui le permettiamo di accadere.

Bentornate Principesse…