About the author : Emanuela Splendorini

Emanuela Splendorini, professione avvocato. Appassionata di libertà finanziaria al femminile.

Una delle cose belle del denaro e’ la sua correttezza.
Il denaro non fa discriminazioni e non ha pregiudizi. Non gli importa quanti anni hai, se sei single o sposata, bella o brutta, in forma o fuori forma.
Il denaro non ti giudica per come lo spendi. Non va a controllare se lo investi in maniera oculata o lo impieghi in frivolezze solo per compensare le tue mancanze.
Al denaro importa solo che tu voglia possederlo.
Sembra scontato ma la prima regola per possedere e gestire denaro e’ superare le nostre personali convinzioni limitanti e dire sinceramente a noi  stesse: ” Si grazie. Ne voglio anche io” oppure ” ne sono capace”.
La prima regola per imparare ad avere un buon rapporto con il denaro, e’ essere oneste verso noi stesse e senza nessun tipo di giudizio o pregiudizio, domandarci se vogliamo veramente avere denaro, se pensiamo di meritarcelo, se per noi avere denaro e’ giusto o sbagliato o se avere denaro ci conferma di essere buone persone o al contrario ci fa sembrare cattive.

Quello che dobbiamo prendere davvero in considerazione, non è solo la risposta che diamo razionalmente a queste domande, ma la nostra risposta emotiva.

Nonostante siano passati sicuramente molti anni, a rispondere a queste domande non saremo sempre e soltanto noi,  quelle che siamo ora, ma quello che la nostra storia personale, le nostre esperienze e i nostri condizionamenti familiari, i nostri ricordi, le parole di cui siamo state in quel tempo destinatarie, ci portano a dire.

Quante volte acquistando un vestito, una borsa, un paio di scarpe o qualsiasi altra cosa, ci tornano alle mente, giurassici  stati d’animo legati agli acquisti di quando eravamo ragazzine, quando dovevamo convincere nostro padre o nostra madre che quello che avevamo acquistato o volevamo acquistare ce lo meritavamo o  era importante perché ci avrebbe fatto sentire più belle e a nostro agio?

A quante di noi è successo di acquistare cose con la propria madre, zia, cugina e di sentirsi dire prima di tornare a casa “non dire a tuo padre che l’hai comprato ”, per evitare discussioni. Ovvio che esperienze come queste o simili, lasciano  incise nella nostra memoria  sentimenti ed emozioni dure, legate alla non meritevolezza, al senso di colpa. Erano tempi diversi rispetto ad oggi, c’era un rapporto diverso con l’autorità genitoriale e con il senso di meritevolezza, attualmente  quasi sconosciuto.

Oggi siamo cresciute, siamo adulte ma quelle bambine e quelle ragazzine che siamo state, le teniamo sempre per mano e quando facciamo acquisti siamo, chi più e chi meno, ancora condizionate dalla nostra storia, da quello che era giusto per nostro padre e per nostra madre, dai racconti, a volte crudi, della nonna e dal ricordo di ciò che è stato.  Tutte le volte che facciamo acquisti o facciamo scelte finanziarie, dentro il negozio o  la banca,  non siamo mai da sole, ma ci portiamo dietro l’ ingombrante e polveroso album di famiglia.

E’questo il motivo per il quale, per avere un buon rapporto con il denaro, occorre liberarsi dai fantasmi del passato e guardarsi dentro per sentire quale reale emozione sentiamo riguardo al denaro, al suo possesso e alla sua gestione. Credo che sia inutile studiare la teoria, quando dentro di noi sentiamo che non la metteremo mai in pratica.